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THE BEST OF ARCTIC EXPEDITION giugno/2022

 

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THE BEST OF ARCTIC EXPEDITION giugno/2022

 

Cronaca e "piccoli segreti fotografici" 

Foto e testi di Davide Pianezze

 

 

L’effetto sorpresa è indubbiamente uno degli aspetti più emozionanti di ogni viaggio (se non il più emozionante in assoluto). In ogni angolo della Terra gli avvistamenti della fauna selvatica non sono programmabili e proprio per via della loro unicità assoluta sono destinati a restare cristallizzati per sempre nella memoria. A volte si tratta di scene della durata di pochi secondi, ma sufficientemente intensi da stravolgere l’esperienza di giorni.

Durante le tre navigazioni consecutive in Artico a giugno 2023 abbiamo registrato 11 avvistamenti di orsi polari, per un totale di 17 esemplari incontrati. Scene di caccia, di incontri e di cuccioli che nei momenti più inaspettati ci hanno sorpresi scatenano picchi di adrenalina in tutti i presenti (incluso il comandante della rompighiaccio). In quegli istanti le guide sembravano trasformarsi in marines pronti allo sbarco per permetterci di non perdere nemmeno un frangente di quei preziosi istanti.

Davvero difficile eleggere il migliore avvistamento, ma per via della particolare dinamicità della scena, la scelta cade sullo scontro tra una femmina, che aveva da poco cacciato la sua preda, e un maschio che spietatamente le avrebbe negato il pasto.

 

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Svalbard - 12/06/2022 ore 09:13

Dagli altoparlanti la voce del team leader avvisa che è stato avvisato un orso polare. L'attrezzatura fotografica è custodita e protetta nello zaino, mentre i sovra-pantaloni impermeabili, il giubbotto e gli stivaloni in gomma sono riposti al lato della scrivania, pronti per essere indossati rapidamente insieme al giubbotto salvagente.

Oltre l'attrezzatura fotografica porto con me il binocolo per individuare l'animale. Esco sul ponte, mi dirigo a prua e mi volto verso la torre di comando in cerca dello sguardo delle guide di vedetta. Tutti i loro occhi sono puntati a ore undici. Dirigo anch'io il mio binocolo nella stessa direzione per scrutare il territorio fino a trovare una femmina di orso polare intenta a banchettare col corpo inerme di una foca. Intanto le altre guide scaricano i gommoni per portarci vicino alla scena.

Il mare è calmo, il vento quasi assente e la temperatura dell'aria non supera i 5 gradi centigradi. Ci dirigiamo lentamente verso l’animale fino a raggiungere la distanza minima consentita. L'orsa sta smembrando il malcapitato pinnipede e non sembra essere disturbata dalla nostra presenza. La osserviamo, scattiamo foto e poi attendiamo pazientemente che si sposti o che qualcosa accada. Improvvisamente dalla radio arriva un segnale che mette in allarme le guide: un orso maschio si sta avvicinando a nuoto a velocità sostenuta. Sta seguendo l'odore della preda cacciata dalla femmina. Lo individuiamo mentre si tuffa in acqua per poi arrampicarsi su ogni iceberg che trova sul suo cammino. Ha lo sguardo fisso e determinato sul suo pasto ed è evidente che niente lo potrà fermare. La femmina lo vede e cerca di allontanarsi trascinando il corpo della foca tenendolo tra le sue fauci. Poi si ferma per consumare più carne possibile prima che arrivi il suo contendente. In pochi istanti i due si trovano sulla terra ferma a poche decine di metri di distanza. La femmina, consapevole del fatto che non avrà alcuna possibilità di vittoria, resta immobile senza mai smettere di mangiare. Solo al momento del contatto la preda viene ceduta al maschio che si presenta con le fauci spalancate. Lei si allontana di una decina di metri, poi si volta ad osservare la scena per qualche istante, quindi riprende il cammino verso le acque ghiacciate del mare Artico. Ci ripensa, si blocca nuovamente e inverte la marcia, determinata a recriminare il suo bottino. Corre verso il maschio che ha iniziato a mangiare e che non sembra impensierito da ciò che potrebbe accadere. Si trovano nuovamente a pochi metri di distanza. Lei tenta una mossa disperata, ma al maschio bastano uno scatto e una zampata per convincerla a desistere. La femmina appare disperata e continua a girare intorno a ciò che rimane della sua preda che molto probabilmente era riuscita a cacciare dopo giorni di attesa e di digiuno. Ancora un attacco, ma l’esito non cambia. Il tifo (silenzioso) da parte dei presenti è tutto per lei, ma purtroppo non è sufficiente per cambiarne le sorti.

 

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Il momento dello scatto

Nell'aria non c'era vento e nonostante il mare non fosse particolarmente agitato il gommone oscillava vistosamente e complicava le riprese fotografiche con il teleobiettivo da 500 mm.

La distanza di circa 100 metri dai soggetti rendeva impegnativa la messa a fuoco, inoltre gli orsi si confondevano con lo sfondo della neve mettendo in difficoltà il sistema autofocus. Impostai il punto centrale fisso come area unica di messa a fuoco e mi concentrai appunto sulla messa a fuoco e sugli istanti giusti in cui scattare. Sapevo che per via della notevole distanza avrei potuto/dovuto successivamente "croppare" le immagini in post produzione, con la possibilità di ottimizzare l'inquadratura.

Calcolai l'esposizione in modo tale che la neve risultasse bianca (le condizioni mi suggerivano una sovraesposizione di almeno + 0,7 stop). Se avessi utilizzato il sistema matrix (sistema d'esposizione a zone) senza correzione, la neve avrebbe assunto il colore grigio neutro invece di apparire bianca.

Impostai inizialmente un tempo di scatto di 1/500 (rispettando la regola che lo relaziona alla lunghezza focale, cioè 500 mm di lunghezza focale = tempo di scatto minimo 1/500 di secondo) e regolai il diaframma sufficientemente aperto (f7) per ottenere come conseguenza un'impostazione della sensibilità piuttosto bassa (ISO 250), a vantaggio della qualità dell'immagine.

Il sistema di stabilizzazione del teleobiettivo e del sensore del corpo macchina risultò fondamentale per il risultato finale. Dopo aver realizzato alcuni scatti di prova con il gommone che ondeggiava, modificai il tempo di scatto portandolo a 1/400 di secondo e portai la sensibilità a ISO 160 con ulteriori benefici qualitativi dell’immagine. Infine seguii e fotografai una delle scene più emozionanti vissute nei mari artici.

 

  

Dati exif

Data: 12/06/2022

Corpo macchina: Nikon Z6

Obiettivo: Nikon 500 f4

Lunghezza focale al momento dello scatto: 500 mm.

Apertura diaframma: F 7

Tempo otturatore: 1/400

Compensazione esposizione: + 07 EV

Sensibilità sensore: ISO 160

Modo di ripresa: M

 

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